Kuala Lumpur
Oggi, con un volo da Phnom Penh, siamo arrivati nella capitale della
Malesia. Dopo aver pagato una cifra astronomica al tassista che ci ha
portati in città, troviamo alloggio nel peggior albergo di chinatown,
quattro letti in una stanza squallida, bagni in comune. Capiamo subito
che la Malesia non è economica come il resto dell'Indocina. In serata
abbiamo giusto il tempo di fare un po' di foto sotto le Petronas Tower,
che si spengono circa verso le 23:00 lasciandoci in una triste penombra
poco fotogenica. Dirottiamo allora in una delle vie più caotiche della
città, la Sultan Ismail, che pulsa di vita notturna. La città ricorda le
scenografie alla Blade Runner, la popolazione è del tutto eterogenea,
malesi, cinesi, indiani, musulmani, ma in giro si vedono poche facce
occidentali. In un locale, al cui centro della pista c'è un acquario con
due squali dentro, facciamo le ore piccole prima di tornare al nostro
tugurio.
KL - verso la costa - Kuala Selangor
Risveglio della camerata, malumori di chi se ne vorrebbe andare da
Kuala Lumpur. Passiamo la mattinata nel giardino ornitologico, un
immenso parco coperto da reti in cui volano innumerevoli e coloratissime
specie di uccelli. Dopo una colazione abbondante fra tucani e
fenicotteri, ci dirigiamo verso l'inevitabile servizio fotografico
diurno alle Petronas. Sembra davvero esserci poco altro da vedere in
questa città.
Alle tre di pomeriggio, con un colpo di mano, fermiamo un tassinaro e gli diciamo di puntare verso Kuala Selangor, una cittadina sulla costa con diverse cose interessanti da vedere.
La prima è il vecchio forte portoghese, dove fra le mura ed i cannoni arrugginiti vive una numerosa colonnia di scimmie, dei macachi i cui cuccioli sono di un color giallo vivo. Si può arrivare in cima alla collina anche con un trenino turistico, ma è di una tristezza infinita, la salita non è molto impegnativa; una bella passeggiata è molto meglio. Stiamo attenti a schivare i bisognini delle scimmie che vediamo saltare da un albero all'altro. Il panorama sul mare è molto bello, mi ritrovo a fantasticare su storie di pirati, arrembaggi e sandokanate varie. Al ritorno dalla gita al forte, conosciamo due ragazze, un'olandese ed una laotiana, che si aggregano a noi. Ceniamo assieme e decidiamo di andare a vedere le colonie di lucciole che abitano lungo il fiume. Alla stazione degli autobus non c'è anima viva, mancano solo i cespugli che rotolano. Senza perdere coraggio, entriamo in un internet point nella piazza, per chiedere informazioni al giovane gestore malese, Roy. Fortunatamente parla un po' di inglese, ma non sa se ci siano mezzi pubblici che arrivino fino al fiume di notte. Con molta disponibilità, chiama un suo amico, Texas, il quale si offre addirittura di accompagnarci lui. Dopo una mezzoretta di macchina, arriviamo al fiume, dove prendiamo due sampan che si inoltrano nel buio sulle acque scure e placide. Lo spettacolo delle lucciole è notevole, popolano a milioni gli alberi lungo le rive, pulsando come luminarie. Il silenzio è rotto solo dal fruscio della vegetazione e da qualche rana che gracida. Quando torniamo a riva, Roy e Texas ci chiedono se abbiamo sonno. Alla nostra risposta ovviamente negativa. ci portano prima in un luna park nelle vicinanze, e poi in un bar karaoke vicino al porto. Fra un piatto traboccante di polipi piccanti, una cantatina, balli e fiumi di birra, ci divertiamo come dei ragazzini. Frase conclusiva della serata, di Andre rivolto a Roy: " I send an email to you when I put my foot on the italian pocodio". No comment. Ora solo il ventilatore sopra di noi agita la notte, fuori scroscia la pioggia. Il dio dei viaggiatori è con noi, basta non perdere mai la speranza di trovare gente amichevole.
Alle tre di pomeriggio, con un colpo di mano, fermiamo un tassinaro e gli diciamo di puntare verso Kuala Selangor, una cittadina sulla costa con diverse cose interessanti da vedere.
La prima è il vecchio forte portoghese, dove fra le mura ed i cannoni arrugginiti vive una numerosa colonnia di scimmie, dei macachi i cui cuccioli sono di un color giallo vivo. Si può arrivare in cima alla collina anche con un trenino turistico, ma è di una tristezza infinita, la salita non è molto impegnativa; una bella passeggiata è molto meglio. Stiamo attenti a schivare i bisognini delle scimmie che vediamo saltare da un albero all'altro. Il panorama sul mare è molto bello, mi ritrovo a fantasticare su storie di pirati, arrembaggi e sandokanate varie. Al ritorno dalla gita al forte, conosciamo due ragazze, un'olandese ed una laotiana, che si aggregano a noi. Ceniamo assieme e decidiamo di andare a vedere le colonie di lucciole che abitano lungo il fiume. Alla stazione degli autobus non c'è anima viva, mancano solo i cespugli che rotolano. Senza perdere coraggio, entriamo in un internet point nella piazza, per chiedere informazioni al giovane gestore malese, Roy. Fortunatamente parla un po' di inglese, ma non sa se ci siano mezzi pubblici che arrivino fino al fiume di notte. Con molta disponibilità, chiama un suo amico, Texas, il quale si offre addirittura di accompagnarci lui. Dopo una mezzoretta di macchina, arriviamo al fiume, dove prendiamo due sampan che si inoltrano nel buio sulle acque scure e placide. Lo spettacolo delle lucciole è notevole, popolano a milioni gli alberi lungo le rive, pulsando come luminarie. Il silenzio è rotto solo dal fruscio della vegetazione e da qualche rana che gracida. Quando torniamo a riva, Roy e Texas ci chiedono se abbiamo sonno. Alla nostra risposta ovviamente negativa. ci portano prima in un luna park nelle vicinanze, e poi in un bar karaoke vicino al porto. Fra un piatto traboccante di polipi piccanti, una cantatina, balli e fiumi di birra, ci divertiamo come dei ragazzini. Frase conclusiva della serata, di Andre rivolto a Roy: " I send an email to you when I put my foot on the italian pocodio". No comment. Ora solo il ventilatore sopra di noi agita la notte, fuori scroscia la pioggia. Il dio dei viaggiatori è con noi, basta non perdere mai la speranza di trovare gente amichevole.
Palau Langkawi
Dopo l'ennesimo viaggio della speranza in pullman, con non poche
difficoltà logistiche, traghettiamo sull'isola di Palau Langkawi. La
giornata in cui arriviamo il cielo è nuvoloso, il mare mosso e torbido,
l'umore non alle stelle. Noleggiamo una macchina, visti i prezzi
convenienti, una decina di euro a testa al giorno. In giro per l'isola
pochi turisti occidentali. le donne sono coperte dal velo da testa a
piedi, noi le abbiamo ribattezzate scherzosamente Cattivik, se il velo è
nero, o uova di Pasqua (Cattivik colorati).
La giornata di oggi, però, è stata ricchissima di avvenimenti. In mattinata, siamo andati a vedere le meravigliose cascate al centro dell'isola. Sono alte un centinaio di metri, cinte dalla vegetazione lussureggiante, e formano un laghetto principale e diverse pozze di acqua cristallina. Ci rilassiamo nell'acqua fresca, sotto il getto d'acqua, mentre alcune scimmiette ci guardano curiose mentre spolpano dei grossi frutti arancioni. Dopo un pranzetto veloce in un bar lungo alla strada, torniamo in albergo, dove ci accordiamo con Crocodile per un tour delle isole. Crocodile è il nostro nuovo tour operator, un malese scatenato, biondo e col fisico da californiano in trasferta. Ci imbarchiamo per un pelo. La barca guizza fra le isole verdi, l'acqua è turchese e il clima non potrebbe essere migliore. Nella prima isola in cui attracchiamo, facciamo il bagno nella laguna salmastra, e poi camminiamo lungo il sentiero che gira tutto il perimetro dell'isola, regalando scorci da cartolina. Nell'isola successiva, ci fermiamo nella rada per vedere le maestose aquile, simbolo dell'isola, che volteggiano su di noi e si buttano a capofitto nell'acqua per pescare. Infine, nel pomeriggio inoltrato, approdiamo sull'ultima isola, la più bella. Qui ci tuffiamo e a pochi metri da riva c'è una splendida barriera corallina, non saprei elencare tutti i pesci che vedo, ci sono anche un paio di cernie scure enormi che si lasciano avvicinare.
Sulla barca, al ritorno, sentimenti alla Corto Maltese. Serata alla Reggae House, complessino dal vivo e Tequila Sunrise, e poi tutti a nanna.
La giornata di oggi, però, è stata ricchissima di avvenimenti. In mattinata, siamo andati a vedere le meravigliose cascate al centro dell'isola. Sono alte un centinaio di metri, cinte dalla vegetazione lussureggiante, e formano un laghetto principale e diverse pozze di acqua cristallina. Ci rilassiamo nell'acqua fresca, sotto il getto d'acqua, mentre alcune scimmiette ci guardano curiose mentre spolpano dei grossi frutti arancioni. Dopo un pranzetto veloce in un bar lungo alla strada, torniamo in albergo, dove ci accordiamo con Crocodile per un tour delle isole. Crocodile è il nostro nuovo tour operator, un malese scatenato, biondo e col fisico da californiano in trasferta. Ci imbarchiamo per un pelo. La barca guizza fra le isole verdi, l'acqua è turchese e il clima non potrebbe essere migliore. Nella prima isola in cui attracchiamo, facciamo il bagno nella laguna salmastra, e poi camminiamo lungo il sentiero che gira tutto il perimetro dell'isola, regalando scorci da cartolina. Nell'isola successiva, ci fermiamo nella rada per vedere le maestose aquile, simbolo dell'isola, che volteggiano su di noi e si buttano a capofitto nell'acqua per pescare. Infine, nel pomeriggio inoltrato, approdiamo sull'ultima isola, la più bella. Qui ci tuffiamo e a pochi metri da riva c'è una splendida barriera corallina, non saprei elencare tutti i pesci che vedo, ci sono anche un paio di cernie scure enormi che si lasciano avvicinare.
Sulla barca, al ritorno, sentimenti alla Corto Maltese. Serata alla Reggae House, complessino dal vivo e Tequila Sunrise, e poi tutti a nanna.
Oggi è la giornata in cui ci lascia Andre, per cui pianifichiamo un
programma poco impegnativo a zonzo per l'isola. La mattina gironzoliamo
per lo Snake Sanctuary, un giardino-rettilario in cui, a dire il vero, i
serpenti sono tenuti in condizioni un po' tristi. Ne stuzzichiamo un
paio con un bastoncino per vedere se reagiscono, sono un po'
intorpiditi. Alle pareti di una sala, foto impressionanti di gente morsa
o ingoiata intera. Visto che il traghetto di Andrea parte per
Georgetown nel tardo pomeriggio, andiamo alla pista di go-kart per fare
un paio di gare. Il tracciato è molto divertente, essendo noi in
ciabatte optiamo per la guida a piedi nudi, che lascerà qualche vescica.
Serata useless.
Giornata naturalistica. Ci imbarchiamo di buon'ora per Coral Island.
Il viaggio è piacevole, mi stravacco ad abbronzarmi su una sdraio, sul
ponte della nave, con l'mp3 di Marco. L'isola è molto suggestiva, forse
un po' troppo affollata nei ritrovi, ma sott'acqua ci si sente liberi,
fra grossi pesci variopinti, coralli e mille altre creature. Passeggiamo
nella foresta, e poi ci dedichiamo a nutrire squali pinna nera, alcuni
dei quali lunghi un paio di metri. Ci avventuriamo nell'acqua fino alla
vita, e agitiamo pezzi di pesce sott'acqua. Centinaia di pesci colorati
si azzuffano per cibarsi, ma scappano quando arriva qualche squalo. Ci
raccomandano di tenere le dita a pugno, consiglio che adottiamo, e
presto siamo letteralmente circondati di pinne minacciose. A quanto pare
sono inoffensivi per l'uomo. Sarà, ma quando iniziano a nuotarci
intorno a decine non è che siano proprio rassicuranti. Fortunatamente,
torniamo a riva con tutti gli arti attaccati. Decidiamo di andare a
pranzare, al sicuro sul pontile. Il viaggio ce l'ha proposto il nostro
amico Crocodile Dundee, e anche stavolta non ci siamo pentiti.
Cena opulenta a base di pesce (a furia di vederne vivi ci era
venuto appetito), con musicista francese che canta anche Bella Ciao. Se
c'è una cosa che però manca a Langkawi è la vita notturna, per cui
andiamo a letto alle 11 come dei bravi ragazzi. Domani parto solitario
verso le isole thailandesi, visto che io ho voglia di mare, mentre Luca e
Marco hanno deciso di andare a Chiang Mai, nell'estremo nord. Sono
indeciso fra quelle sul versante occidentale (Phuket, Koh Phi Phi) o le
altre, principalmente Koh Samui. Credo che, se la notte non mi porterà
consiglio, domani tirerò una moneta.
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